Lo Smart Working, altrimenti noto come lavoro agile, è stato regolato in Italia dalla Legge n. n. 81/2017, con l’obiettivo principale di promuovere la conciliazione della vita professionale e familiare, al fine di aumentare la competitività dell’azienda e il rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro.
Utilizzando questo metodo organizzativo, le prestazioni lavorative sono fornite in parte all’interno e in parte all’esterno dei locali dell’azienda (ad esempio, presso il luogo di lavoro), entro i limiti massimi di orario di lavoro giornaliero e settimanale stabiliti dalla legge e dal contratto di contrattazione collettiva e in base a singoli accordi .
Le prestazioni sono, sostanzialmente, organizzate in fasce orarie di disponibilità, entro i limiti massimi di orario di lavoro.
Le novità introdotte durante l’emergenza COVID-19 del 2020
Durante la pandemia di COVID-19 del 2020 in Italia, il Governo ha emanato delle disposizioni di legge per favorire l’adozione del lavoro agile semplificando alcune delle disposizioni previste nella legge n. 81/2017.
Il ‘DPCM 1° marzo 2020 ha stabilito che fino al luglio 2020 il lavoro agile può essere applicato dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali e che l’obbligo di informativa sulla sicurezza dei lavoratori può essere assolto in modalità telematica anche ricorrendo alla documentazione presente sul sito dell’INAIL.
Con il decreto legge 2 marzo 2020, n. 9 per le Amministrazioni Pubbliche sono state snellite le procedure di acquisizione di beni informatici, ed il lavoro agile, con la modifica all’art. 14, comma 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, ha cessato di essere una misura sperimentale.